Vittoria reale

Di Francesco Di Gennaro

*

È sempre la stessa storia.

Solo che prima si moriva e basta.

Oggi invece puoi morire anche migliaia di volte ma hai il respawn.

E poi il nemico può essere anche un bambino di 8 anni che molto skillato.

O molto scarso.

In quest’ultimo caso, da caduto in battaglia, invocherà tua madre.

Sto ammassato dietro a un cumulo di rocce rosse insieme ai miei compagni.

Oltre il dirupo del canyon a circa 2km di distanza c’è un’altra squadra.

Sono in tre come noi.

Ayn_Rand69: Vedi di non farci ammazzare di nuovo. Non correre subito avanti. Spotta prima, usa il sistema ping e poi ci muoviamo INSIEME.

TopoGigioGay: È inutile che te la prendi con me se manco sai sparare.

Cacas8: Occhio che si stanno muovendo.

Il nemico trova riparo in un prefabbricato di lamiere arrugginite, li seguo finché posso col mirino ottico x8.

Quello con le orecchie da gatto ha un fucile a pompa rosa, seguito dal compagno che indossa un completo nero con cravatta, impugna due revolver e infine il perlustratore vestito da banana in costume da bagno.

Cacas8: Vado avanti io. Voi fate il giro largo del dirupo. Se mi beccano e iniziano a spararmi addosso, voi irrompete nel casolare.

Ayn_Rand69: Ok, li blocchiamo su tutti i lati.

TopoGigioGay: Gli rompiamo il c**o.

Scendo lungo la parete rocciosa del canyon facendo piccoli saltelli.

La pianura desertica si estende intorno ad un’area di 5km.

Pochi posti dove trovare riparo, un buon cecchino nascosto potrebbe farci fuori in due minuti.

Lascio a malincuore la terra rossa del canyon alle mie spalle.

Completamente scoperto corro verso il casolare, nessuno ancora sembra avermi notato.

Sono le 5 di pomeriggio e squilla il telefono.

La suoneria sembra sgattaiolare fuori dalla mia stanza, lungo il corridoio.

Così lontano da poter raggiungere le orecchie del coinquilino.

Se solo ci fosse.

Ha chiuso a chiave la porta della sua camera.

Questo è accaduto circa 48 ore fa.

Inizio a preoccuparmi.

“Ti ho fatto tre squilli, dove sei a mamma?”

“A casa Ma’, sto studiando.” Rispondo.

“Mi dispiace averti disturbato, volevo sapere solo come stavi. Con Mirko tutto ok? Prende ancora le tue cose dal frigo?”

“No, gli ho fatto togliere il vizio. Per il resto tutto bene.”

“…Per stasera hai già fatto la spesa?”

“L’ho fatta ieri. Penso che mangerò le cotolette.”

“Non mangiare solo roba prefritta, prendi un po’ di insalata.”

“Ce l’ho Ma’.”

“E va bene tesoro allora ti lascio allo studio.”

“Ciao Ma’”. Attacco.

Studiare chimica organica, una palla.

I libri sono lì da qualche ora.

Uno chiuso e un altro aperto sul leggio dell’Ikea.

Intanto ho un match in sospeso.

Ho lasciato i miei compagni in balia dei nemici.

TopoGigioGay: Dove c***o eri finito? Hanno piallato Cacas8. 

TopoGigioGay: Sto nascosto in un angolo in fondo a destra muoviti!

Cacas8: Sono all’ingresso.

Cacas8: Qualcuno che mi rianima quick.

Corro, scivolo, salto, corro, scivolo, salto, raggiungo rapido l’obiettivo.

Entro da Ovest calciando la porta.

Fucile a fuoco rapido, gittata media, proiettili leggeri perforanti.

Caricatore esteso, silenziatore.

Colgo di sorpresa la banana antropomorfa in costume da bagno.

Non le do il tempo di voltarsi.

Lo freddo con una dozzina di colpi.

Cacas8 è qui in fin di vita, accovacciato nell’angolo più buio della stanza.

Mi bastano un paio di secondi per rianimarlo.

La siringa gli va dritta sotto lo sterno, un movimento scriptato.

Cacas8: Grazie bro.

Cacas8: Droppami 2 medkit e un carica scudo.

TopoGigioGay: Convergono verso di voi, li seguo.

Ayn_Rand69: Dove?

TopoGigioGay: SudOvest. 

Il Cacas8 imbraccia un fucile a pompa verde acqua, quei pochi colpi che ha li spara alla cieca.

Prende due volte il nemico ma non basta se ha gli scudi al massimo.

Orecchie da gatto ne approfitta puntando lo shotgun rosa alla testa del mio compagno.

Lo stende di nuovo.

Cacas8: Questo c’ha la mamma p******.

Ayn_Rand69: ahahahahah.

TopoGigioGay: ahahahahahahah.

Il Topo finalmente arriva smitragliando e prende alla testa il nemico in giacca e cravatta. Prova a svignarsela a un passo dalla morte con la barra della vita a metà ma non gli lascio vie di fuga.

Lo disoriento con un fumogeno poi attivo il visore termico e sparo verso la macchiolina giallo arancio.

Ayn_Rand69: Ne manca uno e la squadra è fuori.

TopoGigioGay: L’ultimo è uscito.

Scorgo da una fenditura tra le lamiere il giocatore con le orecchie da gatto correre il più lontano possibile da noi.

Sfodero la canna del mio fucile di precisione.

Col mirino regolato a circa trecento metri di distanza, aggancio l’obiettivo e sparo tre colpi.

Il nemico rallenta all’orizzonte per poi accasciarsi su una duna.

La schiena mi fa male.

Nel momento in cui mi stiracchio sento una mano poggiarmisi sulla spalla.

Salto dalla sedia.

Il coinquilino è rientrato.

“Che cazzo ti dice il cervello?” Dico visibilmente spaventato, “mi hai fatto cacare sotto.”

“Fra scusami davvero. È che hai tutta questa roba per terra… sono inciampato.” Risponde il coinquilino

“Dove sei stato? Stavo per chiamare gli sbirri.”

“Esagerato… Ho dormito a casa di una conosciuta all’aperitivo universitario.”

“Carina?”

“Mi piace ma non troppo… Senti c’ho fame.”

“Mh mh.”

“Stai giocando?”

“Sì… non toccare le mie cose in frigo.”

“Mi faccio una doccia poi apparecchio in cucina.”

“È presto per mangiare.” Dico.

“Fa come ti pare, io mangio tra poco.”

Fuori è buio.

Come dentro la stanza.

Solo il monitor da gioco sprigiona luce.

Squilla il telefono.

Fa anche caldo.

È il computer in surriscaldamento.

Squilla di nuovo il telefono.

Rispondo.

“Campione tutto bene?” Dice mio padre.

“Tutto ok Pa’”

“Bene, bene. Che cosa state studiando di bello?”

Apro il libro di chimica organica.

Sfogliando a caso tra le pagine mi fermo al capitolo 11, pagina 98.

Sono illustrate delle reazioni di polialchilazione.

“Domani la prof dovrebbe spiegare le reazioni di polialchilazione Pa’.”

“Molto interessante.”

“Già, bisogna capirle molto bene.”

“Non andare a dormire troppo tardi.”

“Ok Pa’, a presto.”

“Notte campione.”

Le 10 sono passate da un pezzo.

Mi brontola lo stomaco.

Dalla cucina nessun rumore.

Il coinquilino sarà uscito di nuovo.

Sono stato ferito dal nemico quei pochi istanti in cui rimanevo scoperto, immobile nel gioco.

La squadra avversaria è già qui.

La nostra posizione nel bazar ci dà un vantaggio strategico in difesa.

Appena resuscitato, controllo veloce nello zaino quanti materiali mi restano.

Con Cacas8 costruisco una barricata tutta intorno al nostro piccolo spazio nella sabbia.

Intanto TopoGigioGay fa fuoco di soppressione col suo mitra ma non sembra bastare perché uno dei nemici risponde subito a colpi di lanciarazzi su quel che stiamo edificando.

La skin del nemico è una trota coi piedi in divisa da operaio metallurgico.

Carica il suo bazooka e ce lo punta in faccia.

Il razzo che fuoriesce è a controllo termico ed ha agganciato me.

Dico ai compagni di sparpagliarci e comincio a correre come un dannato.

Scavalco un paio di steccati e mucchi di pietre ma il razzo non molla la presa.

Così decido di cambiare strategia e di lanciarmi contro la trota.

È lenta, impacciata e subito entro in scivolata passando sotto le sue gambe.

Alle mie spalle un’esplosione epica.

Il razzo non è riuscito ad evitare chi l’aveva sparato e sono salvo.

Il Topo ha fatto fuori gli altri due senza difficoltà.

Sopra la mia testa si materializza una scritta dal font largo e dorato “VITTORIA REALE” e dalle nuvolette sparse in cielo piovono coriandoli di tutti i colori.

Rimugino un istante sulla conversazione di prima con mio padre.

Mi ha chiamato campione.

Sopravvissuto per 20 minuti in gioco.

Io e i miei compagni.

Primi tra 100 giocatori.

Campione… Sì sono un campione.

Sul monitor c’è ancora la scritta “VITTORIA REALE”.

Il ritorno nella sala d’attesa del gioco è rassicurante.

Me ne sto fermo a controllare l’inventario e aggiornare la tabella delle missioni.

Abbiamo vinto.

Me lo ripeto un altro paio di volte.

TopoGigioGay e Cacas8 mi hanno inviato una notifica per fare di nuovo squadra.

Tutto da capo, nuova mappa, nuovi avversari.

Accetto la richiesta senza indugiare.

Dopotutto perché no, siamo i campioni.

Ancora un’altra partita, solo una e poi andrò a mangiare.


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