Di Stefano Marullo
Dopo la pubblicazione di Too Tough To Die i Ramones sembrano intenzionati a ripercorrere la strada delle loro origini e cominciano a lavorare nel dicembre del 1985 ad un nuovo album che vedrà collaborazioni eccellenti come Lemmy Kilmster dei Motorhead e l’ex bassista dei Plasmatics, Jean Beauvoir. Il prodotto finale, Animal Boy, esce nel maggio del 1986, sempre per la Sire e contiene due
pezzi davvero anomali per il repertorio classico del gruppo; uno è “Something To Believe In”, un inno sullo stile di “We Are The World”, ma è soprattutto con “My Brain Is Hanging Upside Down (Bonzo Goes To Bitburg)” che i Ramones stupiscono per i palesi riferimenti politici.
La canzone è una critica serrata a Ronald Reagan per il suo controverso viaggio in Germania, durante il quale il presidente ha pensato di fare visita ad un cimitero dove erano sepolti soldati delle “Sturmabteilungen” naziste. Gli “apolitici” Ramones questa volta perdono proprio la pazienza e cantano: “Sei un politico, non diventare un seguace di Hitler, Bonzo va a Bitburg, e poi si prende una tazza di tè, vederlo in televisione mi ha infastidito moltissimo, ho la testa sottosopra”. E davanti alla stampa Joey rincara la dose: “Reagan ha fatto una cazzata, gli avevano detto tutti di non andarci e lui l’ha fatto comunque. Ha messo in difficoltà tutta l’America. Come cazzo si fa a perdonare l’Olocausto?”. E per il suo impegno “politico” Joey viene chiamato da Little Steven, ex chitarrista della band di Bruce Springsteen, a far parte di un progetto che metteva insieme una cinquantina di artisti, capitanati dallo stesso Boss, Artists United Against Apartheid, che registrò anche un album.
Animal Boy raggiunse la posizione 38 della classifica britannica e la 143 di quella americana. Fu salutato da John Pareles del New York Times come l’album rock della settimana. Contiene peraltro due pezzi in cui a cantare è Dee Dee, “Eat That Rat” e “Love Kills”, quest’ultimo dedicato all’amico Sid Vicious, compianto bassista dei Sex Pistols, e scritto per il film “Sid & Nancy” (ma poi il brano non verrà
utilizzato). Sulla stessa linea di Animal Boy, il successivo Halfway To Sanity del settembre 1987 contiene pezzi asciutti e velocissimi, e raggiunge il numero 172 della classifica USA. Include anche una traccia, “Go Lil’ Camaro Go” che vede tra i cori una certa Debbie Harry (Blondie). Tra gli altri c’è anche “Garden of Serenity” scritto da Daniel Rey insieme a Dee Dee e che sembra evocare tutti i demoni di
questi (peraltro i video dei Ramones realizzati nei cimiteri diventeranno un must, si veda “Pet Semetary” o “Poison Heart”): “Incontriamoci nel cimitero, cammineremo tra i morti, nella mia testa c’è posto, per il giardino di serenità” e un pezzo come “I’m Not Jesus” che dimostra come i Ramones sono perfettamente a loro agio suonando l’hardcore in barba a tutti i cloni che popolano la scena statunitense.
Johnny definisce Halfway To Sanity il migliore loro lavoro dai tempi di Rocket To Russia. Ma con l’inizio del tour per promuovere l’album succede un imprevisto: Richie, il batterista, decide di mollare la band; uno shock! Gli altri dicono che è colpa della moglie e che riguarda una vile faccenda di danaro. I Ramones non cedono al ricatto e devono annullare diverse serate e comincia la ricerca frenetica del nuovo batterista. Ne parliamo la prossima puntata.
Vi propongo “Psycho Therapy” (da Subterreanean Jungle, vedi puntata precedente) che oltre ad affrontare uno dei temi prediletti dei Ramones (il disagio mentale) dimostra, se ce ne fosse bisogno, che i Nostri, oltre i revival sixties e le ballate più melodiche, hanno energia punk da vendere. Il clip, girato in un manicomio con atmosfere degne di romanzo di Stephen King (che peraltro ha dichiarato di essere un fan sfegatato dei Ramones), è pregevole.