Ramones #2

Di Stefano Marullo

Dopo l’uscita del primo album Ramones (1976) per la Sire, che vende 6.000 copie la prima settimana ma che sarà snobbato da radio e riviste mainstream (anche se Rolling Stone dice che la copertina è una delle centro migliori della storia del rock) e nella classifica di Billboard arriva solo al 181° posto, i Ramones cominciano a tenere concerti in lungo e in largo: Boston, Washington DC, Chicago e fino a Toronto mentre a New York si esibiscono al CBGB’s e al Max Kansas City insieme a Blondie e Heartbreakers. Qualcuno è riuscito a contarne 2263, un vero record!

Era d’altronde il loro modo di sbarcare il lunario. Perfino, qualche anno più tardi, quando i Ramones vengono scelti per il film “Rock’n’Roll High School”, le riprese vengono girate a Los Angeles e si protraggono per 21 giorni, il film costa 300.000 dollari e ai Nostri viene dato un compenso di 5.000 dollari che non è sufficiente neanche per pagarsi il soggiorno al Tropicana Hotel, così sono costretti a fare live nei momenti di pausa. Peraltro il film distribuito malissimo sarà un clamoroso fiasco.

Paradossalmente i Ramones, ignorati in patria, sono accolti come eroi all’estero. Il 4 luglio 1976 si esibiscono infatti al Roadhouse di Londra in supporto ai Flamin’ Grooves, navigata band di rock anni Sessanta, e la sera dopo al Dingwalls. Il successo è enorme, tutto esaurito; tra il pubblico gente come Chrissie Hynde, Johnny Rotten, Joe Strummer, Billy Idol, e Ramones diventa il disco americano più venduto nel Regno Unito.

Ma anche in terra inglese qualcosa andò storto e i Ramones furono bersagliati dai benpensanti a proposito di un loro pezzo “Now I wanna sniff some glue” (“Ora voglio sniffare un po’ di colla”). Il New Musical Express parla di 20 ragazzi scozzesi che in agosto erano morti per avere sniffato colla e un parlamentare, Kames Dempsey, attacca direttamente i Ramones: “Sono sconvolto. Com’è possibile che una canzone come questa sia in vendita quando venti ragazzini sono morti dopo aver sniffato colla?”. E chiese di ritirare il disco dal mercato. Joey, pur ammettendo che in passato avessero sniffato colla, prova a stemperare: “Quel brano è nato per scherzo. Scrivevamo testi sulla frustrazione adolescenziale”. In seguito dichiareranno in una intervista che la colla è “veleno puro” e una pratica “molto pericolosa”. Ma ormai è troppo tardi: in Inghilterra nasce addirittura un gruppo e una fanzine dal titolo “Sniffin glue”.

Tornati negli USA riprendono i concerti: molti fanno fatica a immaginare un live che duri 20 minuti: la media dei pezzi dei Ramones è però di un minuto e mezzo! A Road Island il proprietario di un locale dove si esibirono, chiamò lo sceriffo perché pensava che la band avesse abbandonato il palco! Grazie a loro il punk era
ormai esploso e i gruppi nascevano come funghi.

Verso la fine dell’anno i Ramones tornano a registrare il secondo album che uscirà il 10 gennaio 1977 sempre per la Sire, dal titolo: Ramones Leave Home. Tra le 14 tracce c’è “Pinhead” che contiene una citazione dotta del film “Freaks” degli anni Trenta diretto da Tom Browning: i Ramones erano appassionati di horror e film di guerra e lanciano uno slogan senza senso “Gabba gabba hey” che ritornerà spesso. “Glad to see you go” (“Sono felice di vedere che te ne vai”) è invece dedicata a Connie, ex fidanzata di Dee Dee, molto gelosa e pericolosa che secondo il bassista lo avrebbe ucciso se lui non l’avesse lasciata, ma la citazione di Charles Manson non è apprezzata da tutti.


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