Paco de Lucía

Paco de Lucía, al secolo Francisco Sánchez Gómez, nasce in Andalusia, Spagna, per la precisione ad Algeciras, il 21 dicembre 1947, sotto il segno del Sagittario. È l’uomo che rivoluziona il flamenco e lo rende universale oltrepassando i confini spagnoli, il chitarrista che prende in mano uno strumento classico trasformandolo in una magia di pura espressività supportata da un virtuosismo quasi metafisico. A soli dodici anni suona già in pubblico, terrorizzando qualunque altro chitarrista. A vent’anni accompagna la leggenda vivente del cante, Camarón de la Isla, formando una coppia che lascia un segno indelebile nella storia della musica. Ma Paco non può certo accontentarsi. Nel 1972, con l’album El duende flamenco, manda in tilt il pubblico purista del flamenco e lancia un nuovo stile in cui melodie tradizionali convivono con ritmi spericolati, tocchi jazz, bossa nova, musica classica e caraibica. Memorabile la sua “Rio Ancho”, un pezzo talmente tecnico che chiunque voglia suonarlo deve armarsi di un coraggio fuori dal comune, di solito arrendendosi quasi subito. Paco porta infatti l’arte dell’arpeggio e del rasgueado a un livello tale che persino i colleghi non riescono a comprendere. Lascia questo mondo prematuramente, nel 2014, a 66 anni, stroncato da un infarto su una spiaggia messicana. Ma nonostante la bravura divina, Paco de Lucía ci ha lasciato una lezione fondamentale: suonare non è solo questione di tecnica, ma di anima. Ricordatevelo sempre.

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Disegni di Maurizio Di Bona, testi di Stefano Scrima


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