L’enigma del leruamerlen

Perché quando vado al leruamerlen so già che sarà una brutta giornata? Ma poi Merlino era un re? Non era un mago? Non lo so, io ho visto solo La spada nella roccia, quando le mie giornate erano ancora tutto sommato gradevoli (perché il leruamerlen manco esisteva). Forse è il re dei maghi? Ma poi guarda che Lerua mi sa che è un nome proprio, è tutto attaccato. Comunque è un argomento che sembra non interessare a nessuno. Il punto è un altro: perché i commessi del leruamerlen, muniti di felpa verde per farsi riconoscere in mezzo alla marmaglia di uomini di mezza età in solluchero, sono introvabili alla stregua di animali mitologici? e perché quando finalmente li scovi, dopo aver percorso venticinque chilometri di corsa, ti dicono “eh no, devi prendere il numeretto e metterti in fila”, anche quando non c’è la fila (eventualità effettivamente rarissima, che può verificarsi – forse – solo il martedì mattina nei primi cinque minuti dopo l’apertura). Ma perché, soprattutto, una volta che è arrivato il tuo benedetto turno ti trattano come un imbecille?

REPARTO ELETTRICITÀ

“Buongiorno, sto cercando un cavo per appendere un lampadario al soffitto”.

“In che senso? Quando compri un lampadario c’è già tutto dentro” (questo vale quando lo compri da leruamerlen, ma non quando lo compri in un negozio fighetto del centro pagandolo quattordici volte tanto solo per dire agli ospiti di non averlo preso al leruamerlen ma in un negozio fighetto del centro).

“No, io ho solo il lampadario, mi serve il resto per mettere la lampadina e appenderlo al soffitto”.

“Molto strano (ormai non è più contemplabile acquistare un lampadario al di fuori del leruamerlen)… allora te lo devi comporre tu da solo, qui al reparto elettricità trovi i vari pezzi”.

“Ma come da solo, non esistono pezzi già fatti?”.

“Sì, ma devi salire al piano di sopra al reparto lampadari”.

“Ah, ok, grazie”.

REPARTO LAMPADARI

“Buongiorno, sto cercando un cavo per appendere un lampadario al soffitto, il lampadario ce l’ho già”.

“No, spiegati meglio, cos’è che hai già?”.

“Ho solo il lampadario”.

“Allora hai tutto, non ti serve niente”.

“Ma devo appenderlo al soffitto, mi serve il cavo e il porta lampadina”.

“Ahhh, ahah ma allora tu hai solo il paralume!”.

“Sì, quello”.

“Allora vai alla fila 76 e lì troverai i pendenti”.

“Ah, ok, grazie”.

Dopo qualche minuto torno dalla commessa, di una gentilezza impalpabile:

“Mi scusi, un’ultima domanda: ma se non avessi il gancio al soffitto, dove potrei trovarne uno?”

“Ma così dovrai bucare il soffitto” (e tu non hai una faccia di uno che sa come bucare il soffitto).

“Sì, certo, lo so”.

“Nel pacco del pendente che hai in mano trovi anche il gancio”.

“Sicura? È trasparente, mi pare che non ci sia nessun gancio”.

“C’è” (non c’era).

s.


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