L’enigma dei saluti

Chi stabilisce l’ora in cui “buongiorno” diventa “buonasera”? E perché i salumieri di Bologna ci tengono così tanto a correggerti quando dici “buongiorno” all’una e mezza facendoti sentire un inetto totale? mentre a Roma puoi tranquillamente dire “buongiorno” alle diciassette e trenta in una domenica di gennaio quando il sole sta già tramontando, e per di più senza levarti gli occhiali da sole (che non sono assolutamente anche da vista)? Perché certi salutano con un cenno della testa e altri devono necessariamente darti la mano, senza sapere se stringertela come quando ci si presenta o dandotela in obliquo come in un match di braccio di ferro o addirittura facendola a pugnetto per sfiorarti appena (ma allora non toccarmi proprio, no?, ma capisco che la situazione senza mani potrebbe risultare imbarazzante). Per non parlare dei bacetti sulle guance: bisogna appoggiare le labbra o emettere soltanto il suono del bacio oppure basta strusciarsi le guance come i gatti? Qual è il momento giusto per smettere di salutare una persona che incontri più volte nella stessa giornata? Perché non esiste nella Costituzione il diritto sacrosanto di andarsene senza salutare? Perché nelle mail i saluti sono cari o cordiali e quando sono solo saluti senza nessun aggettivo sembra che preferirebbero vederti morto? Cosa ti costa mettere un aggettivo, è gratis. Probabilmente vorrebbero davvero vederti morto. Ma poi quando i saluti diventano i migliori saluti la situazione si fa asfissiante. Perché i nazisti – i fascisti ancora ancora – si salutavano alla maniera degli antichi romani (che poi sappiamo essere un falso storico)? Perché Elon Musk, durante l’insediamento di Trump, non si è messo le mani in tasca invece di tirare fuori il braccio e fugare ogni dubbio?

s.


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