L’elogio della pusillanimità di Erofeev

Non so se avete notato, ma il mondo è pieno di gente piena di sé, pronta a buttarsi in grandi imprese (quelle a cui, pentendosene, pensava Lucio Dalla), certa del proprio grande valore. Ciò andrebbe anche bene se poi non fossimo noi a doverci sorbire tutta questa saccenteria nauseante, quando va bene, o le catastrofiche conseguenze delle azioni di queste persone avventate, quando va male.

Venedikt Erofeev, scrittore sovietico dissidente, mai deportato in Siberia forse perché vagabondo irrintracciabile, aveva le idee chiare, pur essendo sempre ubriaco, su questi “rozzi” entusiasti sicuri di tutto:

Ma perché sono tutti così rozzi? Eh? E rozzi in modo sottolineato, rozzi proprio in quegli istanti in cui non si può essere rozzi, quando un uomo ha tutti i nervi allo scoperto per la sbronza, quando è pusillanime e mite? Perché è così? Oh, se l’intero mondo, se ciascuno al mondo fosse come sono io adesso, mite e timoroso; e, per di più, non fosse neppure sicuro di nulla: né di se stesso, né della serietà del proprio posto sotto il cielo –, come sarebbe bello allora! Nessun entusiasta, nessuna impresa, nessun’ossessionatezza! – una pusillanimità generale. Io acconsentirei a vivere sulla terra per un’eternità intera se prima mi mostrassero un angolino dove non sempre c’è posto per le imprese. “Pusillanimità universale,” – ma questa è la salvezza di tutti i guai, è la panacea, il predicato della massima perfezione!

Lo scrive in Mosca sulla vodka, il suo “poema ferroviario” di culto da Mosca a Petuškì, circolato inizialmente in samizdat (edizione clandestina) a partire dal 1970, anno in cui fu scritto (in Italia è arrivato nel 1977).

Dunque, la soluzione? Nessuna. Siate pusillanimi e certi di nulla e soprattutto state il più lontano possibile da quella gente ossessionata. Si può vivere alla grande anche senza invadere la Polonia o fare piani quinquennali. Erofeev, cantore dello zapoj, l’ebbrezza alcolica di due o più giorni consecutivi, non aveva problemi di questo tipo, frequentava solo gente che beveva dalla mattina alla sera, le sole persone (a sua detta) di valore.

Per chiudere, una delle ricette alcoliche raccomandate da Erofeev nel suo libro è il cocktail “Trippa di cane”, “una bevanda che oscura tutto il resto”, “una musica delle sfere celesti”. La riporto per chi fosse interessato, ma (come dicono in tv) non provate a rifarla a casa, penso andreste dritti in ospedale:

Shampoo “Sadko ospite di lusso” 30g

Birra di Žigulí 100 g

Soluzione antiforfora 70g

Deodorante per piedi 30g

Antiparassitario 20g

s.


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