Il toccaferro

COSE CHE PORTANO FORTUNA

Vedere un frate o una suona cappellona.

Passare attraverso due carabinieri.

Incontrare un gobbo (se gibboso davanti e di dietro, doppia fortuna).

Udire il verso del grillo.

Sentire il gatto di casa che miagola.

Vedere un cavallo bianco la mattina, appena usciti di casa.

Versare il vino sulla tovaglia (intingervi due dita, toccandosi poi la fronte e dietro le orecchie).

Nascere di domenica.

Pescare a caso, in un mazzo di carte, il due di fiori.

Nascere con la camicia (ossia, con una pellicola che copre il capo: staccata che sia, la si ripone in un sacchetto da appendere al collo del proprietario).

Tutti i multipli di 3 (in particolare il 12 e il 33) e il numero 7.

Per un cornuto, giocare a carte.

La rondine che fa il nido sotto la grondaia di casa nostra o che, volando su di noi, ci lascia un ricordo sulla testa.

Vedere un pettirosso.

Vedere un ragno di sera.

Trovare per la strada una scarpa vecchia o una ciabatta o un ferro da cavallo.

A Capodanno mangiare uva passita, lenticchie col cotechino (più lenticchie si mangiano, più denari si conteranno, l’anno che viene)..

Avere le orecchie lunghe (lunga vita).

Trovare un quadrifoglio.

Infilarsi la maglia dal rovescio.

Passeggiare, a Milano in Galleria, sull’emblema di Torino, indugiando sugli attributi del toro.

Una foglia che ci si posa sulla spalla destra.

Possedere un chiodo tratto da una bara.

Pestare qualcosa di morbido.

Imbattersi in un funerale (il morto porta il vivo).

Vedere un carro di fieno.

Incontrando un prete, contare a tre a tre i bottoni della sua cotta.

Riccardo Morbelli, Il toccaferro. Vademecum del perfetto superstizioso, Rizzoli 1966.

“saperissimi” contiene scrigni di sapere, di solito (ma non necessariamente) in forma di libro, senza la conoscenza dei quali la vita potrebbe risultare molto più arida. Considerato che soltanto noi (o quasi) siamo in possesso di questi tesori – essendo ammanicati con i pezzi grossi dei mercatini dell’usato – nel caso voleste approfondire il tale argomento, potete scrivere a redazione@arghia.it per chiederci qualche specifica delucidazione. Forse risponderemo. 


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