George Harrison nasce a Liverpool il 25 febbraio 1943, sotto il segno dei Pesci, e a quanto pare anche sotto una buona stella, visto che nel 1958 entra a far parte di una band, i Quarrymen, che forse avrete sentito nominare con il nome che assunse dal 1960 in poi: Beatles. Sì, si tratta proprio di quei quattro ragazzi che hanno cambiato per sempre la storia della musica. Ma attenzione, George non è solo il chitarrista (solista e silenzioso) del gruppo. Mentre John e Paul si azzuffano per il dominio delle classifiche, George compone pezzoni come “While My Guitar Gently Weeps” e “Something”, dimostrando che dietro quel sorriso timido si nasconde un talento grande quanto il loro ego. E non è finita qui: George è il primo a infilare il sitar in una canzone pop (sentite “Norwegian Wood”) – d’accordo, non è una chitarra, ma è pur sempre uno strumento a corde –, aprendo la strada al rock psichedelico e alla moda delle meditazioni trascendentali. E in I’m Only Sleeping, per caratterizzare di onirismo la canzone, sovrappone al suo assolo di chitarra lo stesso assolo ma suonato al contrario! Geniale. Dopo lo scioglimento dei Beatles, mentre John e Paul litigano su chi fosse la vera mente del gruppo, lui sforna All Things Must Pass (1970), un album triplo che è ancora considerato uno dei migliori di sempre. Ah, e tanto per gradire, organizza anche il primo concerto di beneficenza della storia del rock, “The Concert for Bangladesh”, che fa sembrare l’attivismo musicale di oggi un picnic.
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Disegni di Maurizio Di Bona, testi di Stefano Scrima