Cioran salva la vita a un ingegnere

Emil Cioran, uomo contraddittorio dall’indole allegra ma votato alla depressione intellettuale, confessa di aver sempre mitigato questa sua tragica condizione grazie al pensiero del suicidio, che non è altro che l’appropriazione della libertà individuale contro l’universo spietato; oltre che ovviamente alla scrittura, vera e propria terapia dell’anima. Cura che scoprì quasi per caso quando ancora viveva in Romania e l’insonnia, questo “aperitivo dell’inferno”, stava per ucciderlo.

Viveva in un minuscolo appartamento nel Quartiere Latino di Parigi (“con il cesso in comune sul pianerottolo”), dove scriveva e discuteva con gli amici. Poi solitamente usciva a farsi una passeggiata al Jardin du Luxembourg, “il piacere maggiore della [sua] vita”, luogo in cui – racconta all’amico Fernando Savater (in Ultimatum all’esistenza. Conversazioni e interviste (1949-1994), 2020) – ha salvato la vita a un ingegnere che era fermamente deciso a suicidarsi. Cioran che salva un uomo dal suicidio! Meraviglioso.

“Gli ho detto che l’importante era aver concepito l’idea, sapersi libero […] È un’idea molto utile: dovrebbero farci delle lezioni nelle scuole!”

Chissà se avrebbe funzionato anche con Pavese…

s.


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