Probabilmente non lo sapevate, ma Carlo Levi (1902-1975) – quello di Cristo si è fermato a Eboli (1945) – non era solo uno scrittore impegnato, ma anche un pittore. Ma magari manco sapevate chi fosse Carlo Levi… vero? Sappiate che io custodisco gelosamente un libro del Nostro con dedica autografa, prima edizione de L’Orologio del 1950, che varrà almeno millemila soldi, ma non importa perché tanto non ve la dò.
E Piero Martina (1912-1982)? Vogliamo davvero aprire questo capitolo? Per fortuna che ci siamo noi a rimettere insieme i pezzi e a raccontarvi tutto, perché sì, il 10 aprile scorso siamo stati all’inaugurazione della mostra “Omaggio a Carlo Levi. L’amicizia con Piero Martina e i sentieri del collezionismo”, ospitata alla Galleria d’Arte Moderna di Roma.
La mostra è all’insegna dell’amicizia trentennale fra i due artisti, due torinesi DOC, uniti da ideali, pittura e una certa necessità di raccontare l’Italia profonda. Più di sessanta opere in dialogo fra loro, provenienti dalla Fondazione Carlo Levi, dall’Archivio Martina, e da collezioni varie (anche private, tipo “questo è mio, ma ve lo presto”). La mostra ci accompagna in un viaggio dai ruggenti anni ’20 fino ai vitalissimi anni ’60, con un occhio speciale al periodo del dopoguerra, quando i due vivevano a Roma tra sogni, tele e impegno sociale.
Parlando di stile, quello di Carlo Levi è un mix di espressionismo e realismo umanista – colori intensi, volti profondi, e una pittura che grida “guarda questa gente, ascoltali!”. Passeggiando fra le opere i rimandi ad altri artisti celebri sono inevitabili: Van Gogh, Bonnard e perfino Chagall – quest’ultimo l’ho sentito nominare da un tizio con molta convinzione e io mi fido ciecamente di chi straparla alle mostre d’arte, soprattutto se ha i capelli portati indietro col gel. Piero Martina è artista più sperimentale, che parte da un realismo sociale ben piantato nella realtà operaia e contadina, per poi sporcarsi le mani (in senso artistico) con collage, matericità e colori audaci. Ma diciamo che se non si è proprio esperti d’arte la mostra fila via liscia senza soluzione di continuità.
Un angolino speciale della mostra è dedicato a diciannove opere inedite di Levi, custodite gelosamente da Angelina De Lipsis Spallone, medico, collezionista e fan accanita dell’artista. I quadri sono legati anche a Linuccia Saba, compagna di Levi e figlia del poeta Umberto. Insomma, arte, amicizia e storie incrociate che sembrano uscite da un bel romanzo del Novecento…
La mostra non si muove di lì, fino al 14 settembre.

In copertina: Carlo Levi, Ritratto di Piero Martina, 1942 © Archivio Piero Martina
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