Italian (she)punks rockers

Di Stefano Marullo

La scorsa settimana abbiamo recensito Revenge of the She-Punks di Vivien Goldman, una splendida punk history al femminile. Unico limite di quel libro, per una esperta di musica come Goldman, è non citare neanche una formazione italiana. Permettiamoci allora, a mo’ di appendice, di parlare delle Bambole di Pezza, gruppo punk composto da sole donne, per questo già vere mosche bianche del panorama musicale italiano, che per molti versi ricordano le terribili Kandeggina Gang di Jo Squillo, che pur avendo avuto vita breve, hanno lasciato un segno indelebile nella storia del punk italiano più che altro per avere anticipato tematiche femministe che saranno riprese qualche anno più tardi dal movimento Riot Grrrl.

Milano sembra avere una tradizione consolidata riguardo le punk band femminili. Come le citate Kandeggina Gang, e prima di loro le Clito, anche le Bambole di Pezza vengono dalla città meneghina. Nate nel 1997, assorbono molto le influenze della ricordata onda Riot Grrrl che proprio negli anni Novanta avrà il suo picco. Il paragone con le varie Bikini Kill, L7 e Babes in Toyland sembra obbligato, più con loro riguardo ai contenuti, che non con Paramore, Flyleaf o Icon for Fire più simili dal punto di vista musicale. Quello delle Bambole di Pezza, è infatti un rock’r’roll sgraziato ed incazzato, che si miscela con una formula pop-punk della tradizione Undertones (e perché no, gli stessi Ramones), Descendents, Offspring, NOFX, Green Day e Sum41. Il loro esordio è con la Tube Records (poi rinata come Tube Music) etichetta indipendente, nota anche per avere pubblicato tutti gli album di un’altra storica punk band milanese (maschile), i Pornoriviste. Hanno partecipato a diversi raduni-festival anche all’estero e sono state promotrici nel 2005 di un festival-tourneé, Rockgirl, con altre band femminili che dava spazio ad associazioni femministe.

I loro testi sono acidissimi. Prendiamo “Favole (mi hai rotto il cazzo)”, del 2023 dopo la loro reunion di due anni prima, che riassume tutta la loro filosofia di donne libere e che tira anche un sassolino alla musica Trap (nota per i contenuti sessisti e misogini): “Le aspettative poi restano solo rimpianti, non mi resta che scegliere di abbandonarti, solo sogni infranti, giorni contati, prendimi le mani, ma non stringerle, che non me le hanno date per servire te, dimmi che siamo normali, non le favole, non le favole. Mi hai rotto il cazzo, oh-oh, se non ci credi, vieni qui che te lo mostro, m’hai rotto il cazzo, oh-oh, voglio stare su un palco tutto nostro, sto meglio da sola, neanche l’alcol mi consola, se poi restiamo da te, tua mamma chiede “Chi è?”. Ti dico mille cose ma tu non le ascolti, non mi piace come parli, né il tuo modo di porti, mi sento fuori posto e se mi tocchi fingo, come l’autotune che usano quelli che cui esci”.

Il loro ultimo album, Dirty, è del 2023. La formazione attuale comprende le due chitarriste storiche Morgana Blue e Dani Piccirillo, Cleo alla voce, Kaj al basso Xina alla batteria. Non le vedremo probabilmente mai nelle tv generaliste manistream o forse anche sì, dopo l’esperienza dei Punkcake, improbabile punk group all’ultima edizione di X-Factor sotto l’ala protettiva di Manuel Agnelli. Le ragazze sono comunque da tenere d’occhio. Suonano spesso all’Alcatraz di Milano.


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