David Gilmour

David Gilmour nasce a Cambridge il 6 marzo 1946 sotto il segno dei Pesci. Nel 1968 si unisce ai Pink Floyd, chiamato dai suoi vecchi amici per riempire il vuoto lasciato da Syd Barrett, il geniale e tormentato fondatore della band. Da quel momento in poi la sua Stratocaster, con quel suono limpido e struggente che tutti conosciamo, ha dato voce all’anima della band, segnando la transizione dal caos psichedelico di Barrett a un rock progressivo di struggente perfezione. Gli assoli di Gilmour non sono semplici note: sono racconti epici. “Comfortably Numb”, “Shine On You Crazy Diamond” (dedicata proprio a Syd), “Time”… ognuno è un viaggio tra malinconia e speranza. Non è il tipo da sfasciare strumenti o agitarsi sul palco: con lui il virtuosismo è calma e controllo, un equilibrio che lascia senza fiato. Gilmour, l’anima melodica e riflessiva della band, e Roger Waters, che era invece il visionario dal pugno di ferro, hanno creato insieme indiscussi capolavori (The Dark Side of the Moon, 1973; Wish You Were Here, 1975; Animals, 1977; The Wall, 1979), rendendosi anche protagonisti di scontri leggendari (mai sopiti). Ma Gilmour non è solo un chitarrista: è anche una voce unica, che sa essere dolce e potente, capace di evocare emozioni profonde con la stessa naturalezza con cui fa danzare le dita sulla chitarra. Se Barrett era il visionario impazzito e Waters il narratore cupo, Gilmour è stato la luce nella nebbia, l’artista che ha reso immortale il sound dei Pink Floyd. Senza di lui, il rock avrebbe perso un’alba che ancora oggi illumina i nostri sogni.

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Disegni di Maurizio Di Bona, testi di Stefano Scrima


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